Impatto
ambientale
Assetto attuale dei terreni adiacenti
il complesso abbaziale
di S. Salvatore a Settimo
(compresi nel decreto di vincolo 27.10.1998 ex art. 21 legge
1089 del 1939)
e del contesto urbano circostante
Il Centro Studi dell'Associazione Amici della Badia di
Settimo, in collaborazione con Dipartimenti specialistici
dell' Università degli Studi di Firenze, ha svolto
in questi anni una intensa attività di ricerca sull'identità
del territorio immediatamente adiacente l'Abbazia, fornendo
un apporto decisivo alle azioni di tutela storico-ambientale
da parte delle Istituzioni, nei riguardi di quei pochi appezzamenti
che hanno conservato l'antica fisionomia rurale di impostazione
monastico-medievale. Queste azioni di tutela hanno trovato
recentemente una felice sintesi nel decreto di vincolo ex
art. 21 legge 1089/39, sussistente su una vasta area intorno
al complesso.
L'Associazione, prendendo atto con soddisfazione degli intenti
di recupero ambientale espressi dall'Amministrazione Comunale
di Scandicci contestualmente al piano integrato di intervento
urbanistico nella zona di Badia a Settimo, intende offrire
la sua collaborazione specifica in sede di reinterpretazione
dell'assetto ambientale-urbanistico circostante l'Abbazia,
fornendone un'analisi adeguata dello stato di conservazione
attuale ed elaborando alcune linee di proposta per interventi
mirati alla ricostituzione della originaria identità
dei luoghi, con particolare riferimento alla loro fruibilità
da parte della popolazione residente e dei flussi turistico-culturali
che l'attività dell'Associazione sta riportando ad
incremento progressivo sia locale che nazionale.
Analisi generale della tipologia ambientale e dell'attuale
arredo urbano.
-
- La tipologia ambientale del territorio adiacente
l'Abbazia (vedi pianta zona A), compresa nel decreto di
vincolo, come anche sottolinea il progetto di parco fluviale
elaborato dal Comune di Scandicci, costituisce un preciso
elemento di archeologia agricola nel contesto più
generale del sistema di coltivazione e canalizzazione
delle acque che l'insediamento monastico determinò
in secoli di attività. Questa porzione di territorio,
pur soggetta attualmente a vari usi impropri e a tipologie
di coltivazione non edeguate, rappresenta un unicum da
preservare e valorizzare in modo specifico all'interno
del più vasto contesto del futuro parco fluviale.
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- Nell'area in questione sussistono ancora configurazioni
perfettamente sovrapponibili con i rilievi delle antiche
carte che descrivevano minuziosamente il territorio almeno
dal secolo XV in poi (già in possesso dell'archivio
dell'Associazione) (vedi fig. zona 1), mentre in altre
porzioni si sono verificati negli ultimi quaranta anni
vistosi fenomeni di stravolgimento e degrado ambientale
(vedi zona 2): escavazioni di terre e sabbie con creazione
di notevoli dislivelli, poi utilizzati in parte come discariche
di inerti o per impiantarvi serre in materiale plastico,
baracche e capanni di lamiera sede di attività
improprie e addirittura stoccaggio di containers (vedi
documentazione fotografica). Spesso vi si possono osservare
anche numerosi ammassi di rifiuti metallici, plastici
e di varia altra natura non solo incompatibili con l'ambiente,
ma anche probabilmente pericolosi: apparecchiature di
elettrodomestici, batterie ecc. Alcune porzioni sono totalmente
abbandonate e inselvatichite.
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- Anche nelle zone coltivate sono globalmente riscontrabili,
tranne qualche rara eccezione, fenomeni di degrado e di
conduzione con criteri sommari e non ecologici. Le scarse
alberature esistenti da decenni non vengono più
curate dalla mano sapiente del contadino e l'intera superficie,
un tempo gestita direttamente dall'Abbazia, è frantumata
in circa venti proprietà private diverse che perseguono
obbiettivi non omogenei e in alcuni casi con forti rischi
di future destinazioni d'uso in contrasto con la natura
storico-culturale del luogo.
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- Il sistema delle acque, consistente nel fosso "Dogaia"
(anticamente denominato "di San Quintino" perché
vi furono ritrovate le ossa del Martire custodite ora
nell'Abbazia) e nel fosso "Sarchiello", parzialmente
interrato, risulta, come del resto tutto quello della
Piana, totalmente degradato e maleodorante: a questo riguardo
l'Amministrazione Comunale ha già previsto un intervento
specifico nel quadro del piano integrato. In ogni caso,
data l'importanza storica di questi corsi d'acqua, il
loro risanamento dovrà condurre al ripristino totale
del loro aspetto originario.
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- Nella zona permangono due edifici rurali un tempo
strettamente dipendenti dalla Badia ora disabitati e a
forte rischio di stravolgimento di destinazione d'uso
(vedi nostra nota del 15 novembre 1999 con richiesta di
vincolo ulteriore - protocollo Comune di Scandicci del
29 novembre 1999).
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- Le abitazioni adiacenti a ciò che resta dell'antica
torre del Colombaione, che era l'ingresso alla Badia,
un tempo costituivano la sede della Compagnia di San Bernardo
che custodiva la porta del monastero e adesso sono adibite
a residenza civile con qualche incongrua variante architettonica
e di arredo che pregiudica attualmente la lettura del
contesto originario.
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- Intorno all'imponente struttura del monastero il
sistema di viabilità, principalmente costituito
dalla via San Lorenzo, via Cavalieri di Vittorio Veneto,
via dell'Orto e via San Colombano, non presenta più
le caratteristiche originarie, essendo diventato un normale
percorso asfaltato e soggetto all'impatto costante del
traffico leggero e pesante, al quale si è aggiunto
quello dei mezzi ATAF il cui capolinea potrebbe certamente
trovare in futuro una migliore e più idonea collocazione.
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- Lungo questo percorso e particolarmente su via Cavalieri
di Vittorio Veneto, via dell'Orto e via San Colombano,
negli ultimi quarant'anni notevole è stato l'incremento
edilizio e le strutture si sono di molto avvicinate al
complesso abbaziale su quelli che erano un tempo i campi
immediatamente adiacenti, in modo tale da turbarne la
prospettiva panoramica da ogni versante di veduta.
-
- Anche l'arredo urbano (illuminazione, segnalazioni
stradali, sedi per affissioni pubbliche ecc.) si è
connotato totalmente in difformità e in contrasto
stridente con le caratteristiche e la bellezza del monumento,
che è il centro di riferimento naturale di tutta
la zona. In queste speciali adiacenze sono totalmente
assenti alberature che potrebbero invece riqualificarne
l'aspetto complessivo, anzi quel poco di verde esistente
ha subito notevoli riduzioni per esigenze di carattere
puramente privato.
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- Conviene sottolineare che, ovviamente, anche tutte
le strutture aeree di supporto diell'alimentazione elettrica
e telefonica in questa zona costituiscono un ulteriore
aggravio del degrado estetico.
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- Di particolare rilevanza è il disturbo arrecato
dai veicoli in sosta lungo la via San Colombano di fronte
agli impianti sportivi, essendo carenti e non congruamente
collocati gli spazi di parcheggio a servizio dei medesimi.
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- E' notevole per varie notti alla settimana l'inquinamento
luminoso dovuto ai potentissimi riflettori dei campi sportivi,
tanto da rendere necessaria, a nostro avviso, la piantumazione
di numerosi alberi di alto fusto lungo tutto il lato di
via San Colombano, così da preservare i terreni
adiacenti alla Badia, con la loro flora e fauna, dai citati
fenomeni invasivi.
-
- Grave inquinamento acustico e dell'aria è
purtroppo quotidianamente determinato dal transito in
atterraggio e decollo su questa area di numerosissimi
velivoli che fanno scalo all'aereoporto di Peretola. Problema
che potrebbe essere risolto con una disponibilità
maggiore da parte della direzione aereoportuale a variare
di poco le traiettorie e gli angoli di rotta.
Contesto circostante l'area vincolata.
Anche il contesto urbano circostante l'area strettamente
tutelata è di fondamentale importanza per un giusto
riassetto dell'intera zona di Badia a Settimo perché
costituisce una cintura indispensabile di collegamento ambientale
e panoramico con i territori storici. Purtroppo gli aspetti
di degrado e di arredo non congruente sono notevoli e tipici
in genere di tutta la Piana:
-
- da rilevare la presenza sempre più fitta
di strutture improprie e fortemente antiestetiche quali
grandi serre realizzate in materiale plastico e depositi
di attrezzature edilizie (per es. lungo via San Colombano
nei pressi del cimitero).
-
- Anche alcuni terreni vicini al cimitero di Badia,
dove si sono costruite nuove abitazioni, ormai da due
anni sono stati trasformati in depositi "provvisori"
di materiali e attrezzature da parte dell'impresa costruttrice.
In generale la parcellizzazione dei territori ha prodotto
fenomeni di grave incuria e inquinamento che in qualche
modo dovranno essere affrontati efficacemente. Soprattutto
si dovranno individuare degli strumenti per controllare
che strutture di servizio alle attività agricole
e recinzioni vengano realizzate con criteri di conformità
agl'indirizzi di riassetto generale e rispettosi dei criteri
di sicurezza, della salute e del decoro della zona.
-
- Anche nel borgo antico di Badia a Settimo sono individuabili
edifici e aree di antica origine monastica medievale che
l'Associazione si riserva di studiare in modo più
approfondito fornendo all'Amministrazione Comunale un'idonea
documentazione che consenta di operare le scelte più
conformi.
Proposte di risanamento, riassetto, nuovo arredo e valorizzazione
Presupposto fondamentale per un concreto ed efficace risanamento
è l'individuazione di uno strumento amministrativo
idoneo a superare l'attuale frammentazione della zona tutelata,
al fine di poter compiere contemporaneamente in tutte le
sue parti quelle scelte operative necessarie per asportare
ogni struttura invasiva e lesiva dell'ambiente e ogni attività
impropria e non conforme all'identità dei luoghi
e al progetto di tutela e valorizzazione. Si propone che
l'area in questione costituisca fin da ora il "Parco
della Badia di Settimo" che si colloca all'interno
del futuro più vasto parco fluviale dell'Arno, e
ne sia affidata la realizzazione, in collaborazione con
il Comune di Scandicci, e la successiva gestione a un soggetto
idoneo tramite apposita convenzione.
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- La prima operazione da compiere è la ristrutturazione
progettuale dell'area, a partire dagli studi sulle antiche
carte d'archivio (cabrei) e l'analisi dell'assetto agricolo
e arboreo nonché della flora e della fauna caratteristiche
della zona e di quelle di possibile sperimentazione culturale
(ricostituzione di tutti gli elementi di architettura
del paesaggio elaborati in collaborazione con l'Università
degli Studi di Firenze e istituzioni specifiche quali,
per es., l'Accademia dei Georgofili).
-
- In conseguenza di questo si renderà necessario
procedere, una volta liberati i terreni da tutte le presenze
improprie o stabilendo, nei casi meritevoli, accordi con
i coltivatori che intendono collaborare, alla ridistribuzione
degli spazi e delle colture in riferimento alle configurazioni
storiche originarie e a quelle anche più recenti,
ma congruenti con l'identità specifica, assegnando
ad alcune zone ruoli di fruibilità pubblica con
percorsi adeguati. Eventuali strutture di servizio (piccoli
parcheggi ecc.) andranno collocate in modo assolutamente
non invasivo dell'estetica riconquistata.
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- Il primo intervento in ordine di tempo dovrebbe
essere il riempimento delle varie cave e depressioni artificiali
della zona, per ricostituire un livello equilibrato dei
terreni a prato e a coltivazione specializzata, in riferimento
a percorsi pedonali naturali e ai fossi pluviali che verranno
risanati. A questo proposito si suggerisce immediatamente
di far confluire nell'area tutti gli scarichi della terra
di buona qualità che verrà asportata dagli
scavi edilizi relativi all'attuazione del piano regolatore
su tutto il territorio comunale, in modo da economizzare
tempi e risorse.
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- Abbattimento di tutte le strutture invasive in quell'area
(capannacci di lamiera, serre di plastica ecc.) e asportazione
accurata di tutti i detriti ivi scaricati negli ultimi
decenni.
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- Ripulitura equilibrata e riassetto della piantumazione
esistente e studio approfondito dei nuovi impianti.
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- Immediata collocazione di alberi di alto fusto (già
di altezza minima ragguardevole) secondo la tipologia
adatta per la zona a tamponatura e mascheramento di tutte
le prospettive panoramiche da valorizzare e che attualmente
sono occupate da visuali di edifici, tralicci ecc. (lungo
via della Nave a Settimo, via Cavalieri di Vittorio Veneto,
lungo tutto il retro delle case su via dell'Orto e lungo
via San Colombano fino all'incrocio con via La Comune
di Parigi e inoltre lungo via San Colombano sul versante
adiacente gli impianti sportivi e lungo il perimetro dell'ex
scuola elementare). Questo per creare intorno all'area
una prima cintura protettiva e di respiro visuale.
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- Abbattimento di ogni recinzione esistente e realizzazione
di un'unica recinzione di tutta l'area con strutture non
invasive e integrate con siepi, in modo da definire stabilmente
i confini del "Parco della Badia".
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- Ripristino dei fossi pluviali e della loro configurazione
caratteristica, riportandoli alla luce ove fossero stati
interrati o incementati: particolare importanza riveste
il tratto nei pressi dell'antico "Colombaione"
il quale andrà riaperto e liberato dal cemento,
ricostruendo l'antico ponte in laterizio, già realizzato
dai monaci su quello che era il "fosso di San Quintino".
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- Recupero e restauro funzionale dei due edifici rurali
esistenti lungo via San Lorenzo che un tempo erano di
pertinenza del monastero, per adibirli ad attività
strettamente connesse con la valorizzazione del parco
storico-culturale (arti e mestieri, gestione, prima accoglienza
dei visitatori, supporto logistico alla coltivazione e
manutenzione ecc).
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- Trasformazione di tutta l'area in zona pedonale e ripristino
in tutto il tratto via San Lorenzo-via Cavalieri di Vittorio
Veneto della originaria sede stradale in terra battuta
e ghiaia (strada bianca) con speciali materiali. Riassetto
analogo dell'attuale piazza Vittorio Veneto che si propone
di rintitolare dedicandola a "San Pietro Igneo"
con collocazione di un monumento che ricordi la prova
del fuoco e di una fontana in stile medievale. La nuova
viabilità dovrebbe essere in senso unico circolare
intorno alla zona per il traffico leggero (via San Colombano,
via della Nave, strada provinciale San Donnino, via del
Botteghino, via dell'Orto). Per il traffico ATAF si propone
la svolta dei mezzi in via San Colombano all'incrocio
con via La Comune di Parigi e la realizzazione di un nuovo
capolinea nei pressi della piazzetta di via La Comune
di Parigi-via C. A. Dalla Chiesa che costituisce il centro
perfetto di tutto l'abitato (vecchio e nuovo insieme)
di Badia (naturalmente allargando l'incrocio di ritorno
per i bus su via La Comune di Parigi).
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- Creazione lungo gli assi costituiti dai fossi pluviali
e dai sentieri esistenti di percorsi esclusivamente pedonali
o ciclabili in terra battuta per la fruizione dell'area.
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- Istallazione di panchine di legno nelle aree adatte
alla sosta e al riposo dei residenti e dei visitatori.
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- Realizzazione di appositi cassonetti per i rifiuti
facilmente armonizzabili con lo stile del parco.
-
- Determinazione di orari per l'accesso differenziato
a seconda delle varie esigenze civili, religiose, culturali,
e anche per la preservazione del parco nelle ore notturne.
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- Eliminazione in tutta la viabilità relativa
alla zona vincolata, al borgo antico e alle vie adiacenti,
della tipologia di illuminazione stradale esistente e
degli altri arredi urbani moderni. Sostituzione con lampioni
in stile antico e altre attrezzature analoghe che si armonizzino
con la ritrovata fisionomia storica.
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- Accordi con l'ENEL e TELECOM per l'interramento
delle linee secondarie di alimentazione elettrica e telefonica
nell'area in questione.
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- Istallazione di idonee segnalazioni e di cartellonistica
stradale impostate secondo lo stile generale del parco.
CONCLUSIONI
L'Associazione "Abbatia Sancti Salvatoris de Septimo"
(Amici della Badia di Settimo), Organizzazione Non Lucrativa
di Utilità Sociale, iscritta al Registro Regionale
del Volontariato, in relazione sia al programma di risanamento
che alla gestione del parco specifico storico-culturale,
collegato con l'Abbazia e corrispondente all'area tutelata
ex art. 21 legge 1089/39, si propone come soggetto interlocutore
dell'Amministrazione Comunale tramite apposita convenzione.
Questo perché il suo patrimonio di conoscenze e di
operatività relativo all'importante complesso monastico,
alla sua storia, al suo contesto ambientale, alle sue potenzialità
in ogni campo culturale, ne fa ormai da vari anni la realtà
cittadina più idonea alla conservazione, valorizzazione
e promozione di questo complesso di beni di rilevanza europea.
L'Associazione dispone di collegamenti con analoghi contesti
ambientali-culturali di altre nazioni europee, è
inserita nel circuito europeo delle abbazie cistercensi,
ha a disposizione personale volontario in ogni campo specifico
relativo alla gestione che si intende sviluppare, e sul
territorio è già operante in collaborazione
con tutte le altre realtà interessate a riportare
all'antico splendore sia l'Abbazia, che è il bene
monumentale più importante del territorio comunale,
sia il suo contesto ambientale che ne costituisce la naturale
e indispensabile cornice per il godimento da parte di tutti
i cittadini.
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