Le alluvioni di Badia nella storia

Novembre 1333, narra lo storico fiorentino Giovanni Villani: nell'anno di Cristo 1333, il dì di calen di Novembre, cominciò a piovere diversamente in Firenze ed intorno al paese e nell'Alpi e montagne, e così seguì al continuo quattro dì e quattro notti, crescendo la piova isformatamente e oltre al modo usato, che pareano aperte le cateratte del cielo, e colla detta pioggia continuando spessi e grandi e spaventevoli tuoni e baleni, e caggendo folgori assai; onde tutta gente vivea in grande paura... fuggendo di casa in casa e di tetto in tetto, facendo ponti da casa a casa, ond'era sì grande il romore e il tumulto, ch'appena si potea udire il suono del tuono. E seguendo il diluvio appresso la città verso ponente, tutto il piano di Legnaia e d'Ognano, di Settimo, d'Ormannoro e Campi coperse l'Arno guastando i campi e le vigne, menendone masserizie, e le case e molina e molte genti e quasi tutte le bestie.

1557, scrive il poeta Anton Francesco Grazzini, detto il Lasca: saper dovete, ch'Arno, non già tranquillo, lieto dolce e chiaro, ma tempestoso torbido e amaro, quasi empio rio tiranno corse ma non indarno, anzi con tanta furia che non fè solo alle sue rive ingiuria, ma gran paese messe a saccomanno, menando via coll'onde irate e fiere vigne poderi e case intere, senza aver discrizione di persone.

4 novembre 1966, l'ultima alluvione, la città ne mostra ancora i segni.

 

Badia sotto l'acqua dell'Arno nel novembre del 1966.

A sinistra via Botteghino e sopra la chiesa della Badia.

Via Botteghino come appare oggi.

I ricordi dell'alluvione.

 

Bibliografia & Foto