Reperti
Il pozzo dovo sono stati trovati gran parte
dei reperti.
I lavori di restauro al Refettorio dell'Abate ed agli spazi contigui
hanno portato al ritrovamento (in alcuni punti, lasciati appositamente
accessibili, ancora da completare) di un notevolissimo numero -
centinaia di pezzi - di reperti soprattutto ceramici, ma anche vitrei,
metallici ed ossei [nella planimetria sono evidenziati in rosso
i principali luoghi di rinvenimento].
In attesa di un accurato studio, elemento per elemento, che permetta
considerazioni particolari e generali che certo arricchiranno la
storia del monastero di Settimo (sono già state avviate ricerche
per tesi di laurea), si è voluta esporre subito (molti pezzi
sono ancora da pulire) una pur minima campionatura dei reperti già
accumulati, comunque significativa della loro varietà ed
importanza.
Le ceramiche spaziano soprattutto fra XIV e XVII secolo (ma un frammento
eccezionale è addirittura islamico e collocabile attorno
all'XI secolo) e si fanno notare, oltreché per la molteplicità
degli ornati, per la ricchezza di varianti del segno araldico (una
S maiuscola tagliata da un pastorale) che documenta la loro appartenenza
a Settimo. Non manca qualche reperto integro o quasi, ma molti frammenti
(spesso con sigle di vasai) potranno senz'altro, in fase di restauro,
essere ricongiunti a formare parti meglio leggibili di oggetti:
ciotole, bacili, scodelle, piatti, boccali, albarelli ecc.
Abbastanza raro, per numero e consistenza dei pezzi, è anche
il gruppo dei vetri, che vanno dal Medioevo all'età moderna:
tra essi sono tornati alla luce anche "occhi da finestra",
su imitazione dei quali sono state eseguite le attuali vetrate del
Refettorio dell'Abate.
Tra i metalli sono da notare soprattutto una chiave, per la sua
forma sicuramente databile alla fine del XV secolo, un cucchiaio
integro, un pezzo di fibbia, una medaglia di difficile lettura.
Di materiale osseo è infine un piccolo tagliacarte.
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