Botticini

Il ritorno della tavola del Botticini a Badia a Settimo

Dopo un incredibile peregrinare, iniziato il 19 gennaio 1884 (quando la tavola fu presa in consegna dall'allora Direzione delle Regie Gallerie per il suo precario stato di conservazione) ed interrotto (dopo passaggi per il Museo del Cenacolo di Sant'Apollonia ed i Depositi degli Uffizi) solo il 2 marzo 1970, con temporanea collocazione al primo altare a sinistra della Badia Fiesolana, torna finalmente, nella sua apposita cornice settecentesca in stucco su misura (cm. 148 x 148) della sagrestia della chiesa abbaziale di Settimo, la tempera su tavola raffigurante la "Deposizione dalla Croce". Essa è di solito genericamente definita 'ghirlandaiesca' come gli altri due dipinti ("Adorazione dei Magi" e "Deposizione nel Sepolcro") che, nel medesimo ambiente - ove ebbero la fortuna di tornare invece già diversi anni fa, dopo analoga asportazione nel 1884 -, sembrano completare una specie di trilogia, di cui continuano a sfuggire le motivazioni originarie e profonde dei pur innegabili rapporti.
In realtà le tre tavole sono di altrettante, ben distinte mani ed hanno in comune solo l'approssimativa data d'esecuzione (il 1480 circa) e l'appartenenza al comune linguaggio figurativo fiorentino di quegli anni, che sicuramente ebbe in Domenico del Ghirlandaio uno dei suoi principali protagonisti, ma non certo l'unico. Entro la triade, proprio la "Deposizione" ora riacquisita godette fin dal 1900 di particolare attenzione da parte degli storici dell'arte e, grazie alla straordinaria perspicacia del celebre Bernard Berenson, un'immediata e quasi universalmente accolta attribuzione ad uno dei più prolifici e qualitativamente notevoli 'dipintori' attivi nella Firenze della seconda metà del XV secolo: Francesco Botticini.
Costui, nato attorno al 1446 e scomparso il 19 luglio 1497, figlio di un pittore di carte da gioco ed apprendista nell'attivissima bottega di Neri di Bicci (per queste e molte altre notizie si veda la recente monografia, del 1994, elaborata dalla studiosa Lisa Venturini), assimilò e fuse volta per volta nelle sue opere gli insegnamenti del Verrocchio, del Botticelli, di Andrea del Castagno, di Antonio Rossellino, dei Ghirlandaio, di Filippino Lippi: la "Deposizione" di Badia a Settimo appartiene certamente al momento più maturo - come si è detto, il 1480 circa - quando, non a caso, esegue per la sede fiorentina degli stessi Cistercensi (l'attuale complesso di Santa Maria Maddalena dei Pazzi) un'altra splendida pala destinata all'altar maggiore di quella chiesa ed oggi conservata al Louvre di Parigi.
Nonostante il dipinto del Botticini possa solo oggi ritornare nella sua sede originaria di Settimo, non mancavano certo gli elementi per garantirne la reale appartenenza e per considerare quindi almeno improprio (se non immotivato) il suo lungo esilio: basterebbe citare il cartellino metallico inciso, applicato alla sua cornice dopo il 1884, che recita "Maniera di Andrea del Castagno? Cristo deposto dalla Croce con vari Santi (proviene dalla Badia Settimo)", cui si possono però aggiungere descrizioni più o meno accurate di verbali e schedature di Soprintendenza e, soprattutto, la perfetta corrispondenza con le misure della predisposta cornice in stucco cui si è già accennato nonché l'iconografia del dipinto, che mostra inequivocabilmente, a sinistra del Cristo sorretto dalla Madonna e da Giuseppe d'Arimatea e baciato su una mano da Maria Maddalena, San Bernardo da Chiaravalle, il santo cistercense per eccellenza. Sarebbe piaciuto, già in sede di presentazione, precisare meglio l'identità del santo a destra, che sembra avere tutte le caratteristiche di un San Sebastiano ma che una suggestiva ipotesi potrebbe far pensare ad una specie di travestimento di quel San Quintino che solo Badia a Settimo in Italia venerò per secoli tanto profondamente e la cui immagine solo documenti figurativi ancora in quel monastero o da esso provenienti ci documentano articolatamente: attendiamo per disporre di maggiori lumi su questo interrogativo e su molti altri (precisazione cronologica, committenza, ubicazione originaria - forse su uno degli altari della trasformata chiesa quattrocentesca di Badia - , conferma delle attribuzioni ecc.), i risultati delle ricerche d'archivio, già avviate nell'ambito dell'Associazione degli "Amici della Badia di Settimo" da Alessandro Guidotti.